L'ultimo numero!

Dopo una lunga assenza forzata (causata da un pò di vacanze, ma soprattutto da lavoro, lavoro, lavoro e ancora lavoro) stiamo finalmente in dirittura d’arrivo. Sta infatti per uscire l’ultimo numero di San Michele: IL RISVEGLIO DEL DRAGO!
Un albo complesso e risolutivo, disegnato da un altro giovanissimo (21 anni) e talentuoso artista in grande crescita: Emanuele Gizzi, siciliano come il “nostro” Ettore Majorana.
Questo post è infatti tutto per lui, per presentare alcune immagini d'anteprima delle sue splendide tavole.










Questo è il suo primo albo “lungo”, un impegno che Emanuele ha affrontato con grande professionalità, tenacia e abilità, malgrado i tempi stretti a cui siamo sempre costretti. E soprattutto malgrado la non facile situazione in cui si trovava. Grazie ancora, Emanuele.
Mi spiace solo di non poter postare le scene più spettacolari, perchè il rischio spoilerone è dietro l’angolo!

Questa invece è la cover:



Nota: L’albo sarà in edicola circa una settimana più tardi rispetto all’abituale uscita, dunque all’incirca intorno al 29 agosto. Enjoy!

Numero 5!

... La cover e qualche anteprima del bellissimo albo disegnato da Christopher Possenti, che è - come si suol dire - "un giovane che farà molto parlare di sè". Per ora parlano le sue tavole, di cui potete vedere degli esempi qui sotto.
Un albo pieno di sorprese e rivelazioni, nel quale la storia si getta al galoppo verso il gran finale!












Dal 23 giugno in edicola!

Cover San Michele 4, "I sentieri dei Custodi"!




Dal 21 aprile in edicola!

Ten kabát, jako kdy to kráve huby vytáhne!



Le imprecazioni fanno parte della nostra vita e dunque perché non dovrebbero far parte di quei personaggi di cui stiamo seguendo le vite?
Personalmente non le ho mai amate troppo, trovandole spesso un pò forzate e poco spontanee. Ma poi, superato lo scoglio iniziale, ho finito sempre con l'abituarmi alla loro presenza e anzi a essere spesso contento di ritrovarmele davanti. Non è un'imprecazione che fa un personaggio, ma è una piccola cosa in più che ci racconta qualcosa di lui. E dunque, perché privarne i nostri due protagonisti?

Ci siamo così messi alla ricerca di qualcosa di adatto per Brian e Akira.
Brian è un irlandese del XXII° secolo. Come diavolo parlerà un irlandese del XXII° secolo? Non sappiamo nemmeno come parla un irlandese del XXI°! Il gaelico è misterioso, e lo dice uno che deve scontarsi con il ceco ogni giorno.
Bene, andiamoci un pò a cercare delle imprecazioni in gaelico, allora, confidando nel fatto che in un secolo non cambierà di moltissimo (in realtà è una speranza, e nel caso invece cambiasse, qualcuno se la potrà sempre prendere con i nostri eredi).
Comunque. Le imprecazioni in gaelico irlandese sono tutte impronunciabili e impossibili da ricordare. Già, perché cosa importante per noi, l'imprecazione dovrebbe funzionare nella nostra lingua - almeno un pò - per avere qualche speranza di essere ricordata dai lettori italiani. Chi cavolo si ricorderebbe di qualcosa come "Go n-ithe an cat thú, is go n-ithe an diabhal an cat!" (possa un gatto mangiarti e possa il diavolo mangiarsi il gatto!). Per quanto, siamo tutti d'accordo, sia un insulto grandioso.
No, serve qualcosa di breve, immediato, facilmente memorizzabile, ancora meglio se simpatico.
Dopo averne vagliati decine e decine, incappiamo in qualcosa che suona bene.
"Damnù ort!", e "damnù air!"
Il primo - stando ai vari traduttori online - suonerebbe all'incirca come "che tu sia dannato!"
Non va, è utilizzabile solo in poche occasioni e non è il massimo neanche per quelle.
Il secondo è qualcosa di simile a "dannazione!". Questo non è malissimo. Un pò desueto, ma può pure andare. Notare che in ogni caso non ne daremo la traduzione italiana, dunque in teoria potremmo inventarcelo di sana pianta o far dire a Brian "belandi!" come il gabibbo, spacciandola per una parolaccia irlandese del futuro.
E dunque? Diciamo che è una sorta di correttezza verso il lettore. E verso il nostro lavoro, perché tutto quello che è stato scritto per San Michele ha subito vicissitudini del genere, infiniti controlli, estenuanti ricerche incrociate, ripensamenti dei ripensamenti. Qualche ora buttata per un'imprecazione, un dettaglio in fondo trascurabile, è poca cosa. Ma che contribuisce - almeno a nostro parere - a rendere più credibile il tutto. E speriamo, anche più interessante.
Torniamo alla nostra imprecazione. Buona, ma ancora lunga. Semplifichiamo: via l' "air" e teniamo solo il "damnù!". In fondo in 100 anni è anche possibile che qualche dettaglio venga rosicchiato e modificato dal tempo. Tra l'altro, magari già oggi esiste questa variante. Controlliamo sul traduttore di google, che traduce "damnù" come "accidenti".
Brian lo usa con entrambe le accezioni, dunque va benissimo. "Damnù!", in gaeligo irlandese del XXII° secolo, significa perciò "dannazione!" o "accidenti!", a seconda del tono e della situazione.
E basta così.
Lo sapete voi che leggete questo blog e nessun altro. Quelli che leggono solo il fumetto potranno immaginarsi qualcosa a loro piacimento. Ma confidiamo nel fatto che la parola sia in ogni caso avvicinabile - anche solo inconsciamente - al "dannazione" italiano, oltre che naturalmente vicinissima al "damn!" inglese.
E anche se non lo pensassero, rimane comunque un'esclamazione semplice, diretta e particolare, che si può ricordare anche senza conoscerne il significato.

E Akira? Quale può essere l'imprecazione preferita di un fulminologo giapponese?
Sempre del XXII° secolo, ovvio.
Mah. Ne guardiamo un pò di classiche. Non ci convince nessuna. Troppo... giapponesi.
Pensiamo a qualcosa di più spendibile. Una bella imprecazione classica. Se i galli di Asterix esplodevano in un liberatorio "Per Toutatis!" (il Dio della guerra celtico, assimilabile al Marte dei romani), il nostro Akira potrebbe seguire una via similare, no?
Passiamo al setaccio buona parte della sterminata mitologia giapponese. Tra dei, demoni e spiriti. L'impresa si rivela più ardua del previsto.
Decidiamo di trovare dei "punti cardine" che abbassino il numero delle possibilità. Ci piacerebbe che fosse qualcosa legato al suo mondo. Ai suoi studi, alle sue passioni. Dunque i temporali. I fulmini. I lampi. I tuoni. La pioggia. La pesca (di fulmini, ovvio).
La ricerca, da centinaia di opzioni, si riduce di parecchio. Ne individuiamo 12, legate questo a uno, questo a un altro degli elementi cardine sopra indicati.
I nomi?
Raiju, Susanowo, Takemikadzuchi, Taki-Tsu-Hiko, Raiden, Futsu-Nushi-no-Kami, Okuni-Nushi, Kura-Okami, Hoderi, Ebisu, Raitaro, Funadama.

Rajiu, Raiden, Futsu-Nushi-no-Kami: hanno attinenze principalmente con le folgori, in misura diversa.
Rajiu (di nuovo), Takemikadzuchi, Raiden (di nuovo), Raitaro: le hanno con il tuono.
Susanowo, Taki-Tsu-Hiko, Kura-Okami, Okuni-Nushi: con le tempeste o la pioggia.
Ebisu, Hoderi e Funadama: con i pescatori.

Per un motivo o per l'altro potevano andare bene quasi tutti. Anche qui si presentava la difficoltà di pronuncia, l'eccessiva lunghezza o lo scarso appeal nella nostra lingua.
Facciamo un'altra scrematura in quest'ottica. Rimangono Rajiu, Raiden, Raitaro, Ebisu, Hoderi, Funadama.
Lascio a ciascuno lo sfizio di cercarsi gli esatti significati e storie di questi dei o demoni, perchè il post da lunghissimo diventerebbe infinito.
Come ormai sapete, abbiamo scelto Raiden.
E' il dio del tuono ("rai") e del fulmine ("den"). Che stando seduto su una nuvola, scacciò gli invasori mongoli a suon di pioggia di fulmini. Questa cosa non può che richiamare la mitologia greca, nella figura di Zeus, equivalente del romano Giove: un punto a favore di Raiden, visto che Giove ricorre nella nostra storia per indicare il misterioso progetto nucleare fascista.
"Per Raiden!", dunque.
Ma sì, suona bene.
Lo teniamo!

E questo è quanto.

Anzi, no. Dimenticavo di dirvi che significa quel che sta scritto nel titolo (no, non è un gargarismo). E' una frase ceca. I cechi hanno una fantasia meravigliosa nell'inventarsi insulti. Questo significa, più o meno: "quel cappotto sembra appena uscito dalla bocca di una mucca!"

E scusate se è poco.

Un Fulminologo dagli occhi a mandorla!


In edicola a breve il numero 3 di San Michele, "Simboli del Potere", disegnato alla grande da un Beppe Candita in piena sperimentazione creativa.

Prima di lustrarvi gli occhi con le sue tavole, però, cominciate a stropicciarveli per bene con questo omaggio all'enigmatico Akira: uno splendido disegno di Beppe superbamente dipinto da quel grande pittore che è Spartaco Lombardo.

Grazie di cuore ad entrambi per questa bellissima opera.




Gli SKET!



Come abbiamo gia' avuto modo di vedere, ai tempi di Brian e Akira la tecnologia e' un po' diversa da quella che conosciamo... la carta, ad esempio, non si usa semplicemente piu': abbattere degli alberi per avere dei supporti su cui scrivere non e' ne' conveniente ne' ecologico, ed e' quindi naturale cercare di sostituirla con un'alternativa economica e riutilizzabile.

Gli sketch sheets, detti anche “sket” per comodita’, sono dei fogli elettronici, spesso trasparenti, che sostituiscono la carta: su questi fogli si prendono quindi appunti, con delle speciali matite elettroniche, che vengono poi riversati su computer per la memorizzazione. Sono flessibili, proprio come la carta, e facilmente trasportabili. Il loro aspetto, tanto per darne una descrizione, e’ quello di fogli di carta di riso piuttosto fine, ma che in questo caso puo’ essere anche del tutto trasparente. A molti la versione completamente trasparente non piace perche’ poi gli sket sono difficili da indivuduare se appoggiati su qualche mobile (si vedrebbe solo la sottile cornice nera che e’ in verita’ il supporto della griglia invisibile che si annerisce al passaggio della matita elettronica)!
Gli sket di "base" servono solo per prendere appunti a mano, alcuni tipi di sket hanno funzioni piu' avanzate per fare dei calcoli o come supporti per disegnare.

Cover n°3




 
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